giovedì 20 maggio 2010

LA MIA PRIMA INTERVISTA

Ciò che più mi diverte del mio lavoro è l'accadere di situazioni inaspettate. Mi spiego meglio.
Ogni giorno quando arrivi in redazione potrebbe capitarti qualunque cosa: ti chiedono di andare ad una conferenza stampa dall'altra parte della città oppure in un'azienda fuori Milano a intervistare qualcuno e così via.
Questa è stata la dinamica della mia prima intervista. Avvisata con un giorno di anticipo, mi spediscono a 'mo di pacco a Firenze, per la precisione a Scandicci in ben 2 aziende: Braccialini ed Ermanno Scervino. Ora, parliamo dei contro della questione: 1. non essere ancora una vera giornalista; 2. aver iniziato il lavoro da una settimana; 3. inventarsi delle domande da fare a quei personaggi che non erano proprio gli ultimi degli ultimi; 4. fingersi esperta del settore; 5. combattere quella stupida timidezza che mi prende sempre nei momenti più inopportuni...
Devo dire che mi sembra passato un secolo e che oggi devo ringraziare la mia capa per avermi dato quella prima opportunità che mi ha scantato!
Ho visitato le due aziende e ho visto come si lavorano a mano le borse di Braccialini, con il cuoio cucito pezzo a pezzo, seguendo disegni precisi; ho visto l'ampia scelta di pelli di ogni colore da cui vengono poi ricavati i prodotti finiti e i laboratori in cui la pressa a caldo crea le stampe che si desiderano. La parte creativa è sempre quella che mi colpisce di più: una serie di menti che, seguendo l'art director della situazione, si fanno venire centomila idee su come realizzare un tema, uno spunto, un disegno iniziale!
Anche da Scervino vedere uno dei pochi laboratori di lavorazione del pizzo esistenti in Italia con le signore che cuciono a mano è stato incredibile. Quasi mi portavo a casa anche un pezzo di tulle very chic!
E poi chiacchierando con lui (Ermanno Daelli) in un salone immenso tappezzato di schizzi di modelli, di tagliandi di stoffe d'ogni genere, di appunti scribacchiati ho visto la collezione che stava per presentare a Milano Moda Donna e ho capito che certi stilisti, certi designer sono dei geni: è un lavoro che come un altro devi fare con passione se no si riduce a un seguire mode e tendenze casuali, del momento. Detto in altre parole non sei destinato a fare la storia del fashion.

Nessun commento:

Posta un commento